Cosa vuole dire “Plusdotazione”?
Si definisce plusdotazione intellettiva (“giftedness”) o iperdotazione cognitiva o alto potenziale cognitivo una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media.
Quando si può parlare di “Plusdotazione”?
Per avere un profilo di plusdotazione, la valutazione del QI (quoziente intellettivo) deve essere superiore a 130 mentre tra i 120 e i 130, normalmente, si parla di Alto potenziale Cognitivo.
Una persona con capacità cognitive oltre gli standard riunisce in sé straordinarie risorse intellettuali: un’intelligenza sopra la media, straordinarie capacità di comprensione e analisi, una memoria potenziata, una fortissima emotività, un’acutezza dei sensi.
La plusdotazione è una caratteristica che si riscontra in circa il 2% dei bambini e dei ragazzi (defniti gifted children in ambito internazionale), mentre il 6% dei bambini possiede delle abilità cognitive collocabili nel range delle “alte potenzialità”.
Quali sono le caratteristiche comuni nei bambini “Plusdotati”?
Se da un lato, quindi, i bambini plusdotati sembrano avere una marcia in più rispetto ai coetanei, dall’altro mostrano alcune caratteristiche che possono essere fonte di difficoltà: si sottolinea, infatti, un forte disallineamento dello sviluppo, una tendenza ad annoiarsi facilmente se poco stimolati, difficoltà nell’instaurare relazioni positive.
Come riconoscere i bambini “pludotati” in famiglia ?
All’interno del nucleo familiare possono sorgere alcune difficoltà relazionali; alcune caratteristiche tipiche dei bambini plusdotati, infatti, tra le quali l’elevata intensità emotiva, l’estrema sensibilità, l’oppositività, il perfezionismo, il rifiuto dell’autorità e delle regole non condivise, rendono particolarmente arduo il ruolo genitoriale. Le mamme e i papà dei bambini pludotati sono solitamente preoccupati, disorientati e si sentono non efficaci nel loro ruolo.
Come riconoscere i bambini “pludotati” a scuola ?
All’interno dell’ambiente scolastico, invece, i bambini plusdotati si comportano in modi diversi: possono praticare un iperadattamento e soffocare le proprie inclinazioni oppure mostrare sintomi di irrequietezza, disattenzione e iperattività e per questo vengono spesso confusi con bambini ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività).
Sarebbe auspicabile da parte degli insegnanti un’attenta osservazione dell’ambiente e delle modalità di relazione del bambino, considerandolo nella sua unicità e complessità e riconoscendo cosa c’è dietro a certi comportamenti manifesti (noia, isolamento, irrequietezza, comportamento provocatorio, perfezionismo…). In particolare, perché si possa sviluppare il talento e prevenire comportamenti disfunzionali, è necessario predisporre un ambiente favorevole, in grado di stimolare l’alto potenziale e definire strategie didattiche specifiche.
Come riconoscere i bambini “pludotati” con gli amici ?
A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si elencano di seguito alcune fra le principali caratteristiche riscontrabili nella relazione dei bambini iperdotati o ad alto potenziale cognitivo con i loro amici e compagni:
- Difficoltà nel relazionarsi con gli altri bambini
- Tendenza ad isolarsi
- Hanno l’impressione che gli altri facciano domande banali
- Un disallineamento tra il piano emotivo e quello cognitivo
- Spesso ricercano la compagnia dell’adulto
Come certificare la “plusdotazione”?
L’identificazione delle caratteristiche di iperdotazione/plusdotazione o alto potenziale cognitivo avviene attraverso la misurazione del QI (Quoziente Intellettivo).
Tale misurazione è possibile attraverso l’uso di test standardizzati, somministrati da psicologi specificamente formati. La misurazione del QI permette sia di avere una stima delle abilità cognitive complessive sia del profilo cognitivo che indichi i principali punti di forza del bambino.
Generalmente, lo psicologo effettua colloqui con i genitori per ottenere informazioni più complete in merito alla vita del bambino, sia nel contesto scolastico sia extrascolastico.
Come supportare lo sviluppo del “plusdotato”?
Una volta identificata la situazione di plusdotazione, nei casi in cui ci fosse bisogno, è utile attivare interventi mirati a promuovere le strategie di autoregolazione del bambino, “riequilibrare” i diversi settori di crescita e aiutare scuola e famiglia nella corretta presa in carico e valorizzazione della dotazione.
Nel contesto scolastico, il bambino potrebbe essere inserito tra i Bisogni Educativi Speciali (BES) e usufruire di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) al fine di stimolarlo e riconoscere le sue competenze ma anche comprenderne le difficoltà emotive e relazionali.
Nel contesto familiare, il lavoro che si può fare è quello di rendere consapevoli i genitori che alla base del benessere del bambino c’è il bisogno di costruire una relazione sicura e di fiducia, aiutandoli a consolidare il loro ruolo genitoriale. L’alleanza tra la famiglia e lo psicologo è fondamentale; i genitori devono essere sostenuti nell’affrontare le difficoltà che possono incontrare e aiutati a valorizzare le diversità e le grandi potenzialità presenti.
Bibliografia
- Micol Lucantoni, Laura Sorgon (2022). La plusdotazione e l’Alto Potenziale Cognitivo, Istituto per lo Studio delle Psicoterapie
- Guarneri, P., & Resta, V. (2019). Plusdotazione: inquadramento e presa in carico. Plusdotazione:inquadramento e presa in carico, 73-86.
- Siaud-Facchin, J. (2016). Troppo intelligenti per essere felici. Rizzoli.
- Zanetti M.A. (2014) Bambini ad alto potenziale: impariamo a riconoscerli, QI Magazine online OgrefeEditore (Rivista n 20, settembre 2014).
Sitografia
https://www.mentecomportamento.it/iperdotazione-plusdotazione-e-alto-potenziale-cognitivo-guida-per-genitori/
https://www.stateofmind.it/2019/10/plusdotazione-bes/